Come curare l'anoressia: come combattere l'anoressia, rimedi e strategie per uscirne
Uno dei mali moderni, l'anoressia, si manifesta soprattutto nelle donne (nel 90% dei casi), in percentuale bassa negli uomini e nella fascia d'età compresa tra i 12 e i 20 anni. Raramente si presenta in soggetti di oltre 40 anni di età. Stando alle ultime ricerche, questo grave disturbo alimentare è diffuso prevalentemente nei paesi industrializzati, dove vi è una sovrabbondanza di cibo e nei quali, complici i messaggi passati dai media, le mode del momento, i modelli femminili più in voga, è esaltato il concetto della magrezza.
Ovunque si guardi, l'inno a corpi privi di forme, sottopeso, con una taglia 38, emerge nelle pubblicità, nelle fotografie, nelle sfilate di moda. Sembra sia andato a perdersi il valore della bellezza di una fisionomia armoniosa con fianchi e fondoschiena ben delineati. E la situazione raggiunge livelli preoccupanti proprio in prossimità e durante la stagione estiva, quando qualsiasi ragazza vive come una specie di incubo la fantomatica "prova costume".
Mettersi a dieta per perdere qualche chilo, se necessario, è opportuno per il benessere fisico ma ogni regime alimentare ipocalorico va seguito sotto stretto controllo medico, in quanto il "fai da te" rischia di far acquisire comportamenti sbagliati e di far mancare all'organismo nutrienti importanti, causandone la carenza. Naturalmente, non tutte le ragazze preoccupate dal prendere peso o dal doverne perdere cadono nel vortice dell'anoressia, la percentuale che ne soffre è dell'1-2%. In tali casi, però, nel momento in cui si individua la presenza del disturbo occorre contattare uno specialista per iniziare il percorso di cura. Non bisogna dimenticare che di anoressia si può morire.
I sintomi dell'anoressia sono:
- una rilevante perdita di peso (oltre il 15% del peso ritenuto normale in base all'età, al sesso e all'altezza della persona);
- una costante e ossessiva paura d'ingrassare, persino in situazioni di grave magrezza;
- un modo squilibrato di vivere e di rapportarsi al proprio corpo;
- l'amenorrea, ovvero la scomparsa delle mestruazioni per almeno tre cicli consecutivi;
- la perdita dei capelli;
- l'insonnia;
- la decalcificazione delle ossa;
- il calo della pressione.
Una persona anoressica vive in modo distorto e complesso la relazione con il cibo, il proprio fisico e l'appetito. La sua è una continua e costante guerra contro la fame e quando la vince non mangiando o mangiando pochissimo, addirittura una mela e del tè per una giornata intera, prova una sorta di soddisfazione personale, è orgogliosa di se stessa e del modo in cui è riuscita a tenere il controllo della situazione. Per soggetti che accusano il disturbo diventa fondamentale anche il parere degli altri, di chi sta loro intorno. L'esercizio fisico viene portato all'estremo, praticato in maniera eccessiva, sfibrante.
A questi fattori vanno aggiunte, inoltre, cause più profonde, quali famiglie iperprotettive o per niente, bassa autostima, narcisismo patologico e, alle volte, traumi. È stato riscontrato in alcune ragazze anoressiche il rifiuto di accettare la propria sessualità, un corpo che cambia e diviene appetibile per l'altro sesso. Dimagrire tanto renderà il loro fisico privo di forme, simile a quello di una ragazzina.
Le anoressiche non amano mangiare in pubblico e qualora si trovino in situazioni in cui dovrebbero farlo, accampano scuse del tipo: "ho fatto un abbondante pranzo" oppure "ho mangiato tantissimo già prima di uscire che avevo fame". Cercano di evitare anche i pasti in famiglia. Si pesano ripetutamente, magari nell'arco della medesima giornata, e non percepiscono come problema il dimagrimento eccessivo, cosa che rende più difficile far assumere loro la consapevolezza della malattia e la necessità di porvi rimedio.
Sono due le forme dell'anoressia da cui una persona può essere affetta:
- l'anoressia restrittiva che si manifesta nel seguire un quasi digiuno accompagnato da una rigorosa attività fisica;
- l'anoressia bulimica in cui la persona oltre ai comportamenti sopracitati tende ad assumere diuretici e/o lassativi e a procurarsi il vomito quando ingerisce anche minime quantità di cibo.
Come curare l'anoressia
L'anoressia, senza alcun dubbio, è una malattia e va curata con tempestività, poiché situazioni protratte nel tempo rendono più difficile la sua remissione totale. In molti casi si riesce ad uscirne senza conseguenze, in altri i soggetti restano ossessionati dal cibo per tutta la vita e mantengono, comunque, una costituzione molto magra e problematiche psicologiche, in altre situazioni le persone alternano periodi in cui conducono una vita normale, a periodi nei quali si ripresenta l'anoressia. Infine, il 10% delle anoressiche muore per denutrizione, per conseguenze dovute alla malattia e per suicidio.
Il percorso di guarigione, dunque, è lungo, tortuoso e difficile. Quando lo si intraprende è importante ricevere il sostegno di amici e famigliari e avere la volontà di guarire. Senza una predisposizione psicologica e interiore a volerne uscire, difficilmente si otterranno risultati efficaci e duraturi nel tempo.
La terapia vede l'affiancamento di più professionisti, psicoterapeuti e dietologi, ognuno dei quali guiderà la paziente a riappropriarsi di se stessa e di un rapporto sano con il cibo. Di solito, il tutto avviene a livello ambulatoriale con incontri settimanali ma se dopo un periodo di circa 12-16 settimane non si fa alcun passo avanti, allora, bisogna procedere al ricovero ospedaliero in strutture specializzate che avrà una lunga durata (più o meno, a seconda della gravità, siamo intorno ai 90 giorni).
In linea generale, il trattamento nella cura dell'anoressia prevede due fasi. La prima è indirizzata a far raggiungere un peso normale al soggetto e a lavorare sull'aspetto psicologico per fare in modo che non sia più ossessionato dal costante controllo del peso. La seconda, invece, punta ad intervenire sull'immagine che la paziente ha di sé, sul miglioramento di essa, del modo in cui "si vede", cercando di far combaciare la visione mentale e non reale, con quella che è effettivamente.
Nella terapia i medici cercheranno di abbattere le paure nei confronti di tutti quegli alimenti ritenuti "nemici", in quanto zuccherati, grassi e ipercalorici. Il loro compito sarà quello di reintrodurli, piano piano, nella dieta dell'anoressica, mostrandole che non devono essere demonizzati ma assunti con equilibrio e consapevolezza.
Le anoressiche possono soffrire di depressione e disturbi ossessivo-compulsivi ma tali problematiche, nella maggioranza delle pazienti, tende a scomparire con l'aumento del peso, dunque, con il ripristino di una normale condizione fisica. Per questa ragione è preferibile evitare di far loro assumere farmaci. Tuttavia, se alcuni disagi psichici permangono, il medico valuterà cosa fare, se aggiungere alla terapia anche dei medicinali.
Ogni trattamento terapeutico, in conclusione, è studiato e pensato in relazione al singolo soggetto, alle cause che l'hanno portato a diventare anoressico, al suo quadro clinico generale.
Segnaliamo ulteriori fonti per approfondire questo argomento così delicato: